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Zaccheo, scendi subito …

Fa riflettere che Zaccheo per vedere Gesù decide di salire su un albero. Lui, osserva l’evangelista Luca, è piccolo di statura e con questo particolare forse ci vuole comunicare che non è all’altezza di Gesù. Quindi, Zaccheo pensa che per vedere Gesù deve salire ma, sorpresa, quando Gesù arriva vicino alza lo sguardo e gli dice: “Zaccheo, scendi subito, …”. Sembra che Gesù stia dicendo che per incontrare davvero il Figlio di Dio non serve elevarsi e vedere da lontano o dall’alto ma che al contrario occorre scendere e vivere l’umiltà dell’incontro nel quotidiano, tra la gente, in un a tu per tu che si vive nell’ordinario. Gesù, infatti, gli dice: “oggi devo fermarmi a casa tua”. Gesù ci raggiunge dove siamo e ci chiede di entrare a casa, ci chiede di essere accolto nel cuore, ci chiede di dialogare con discrezione e intimità. Zaccheo non solo accoglie Gesù ma decide di dare metà dei suoi beni ai poveri e se ha rubato a qualcuno vuole ridare quattro volte di più. Ora Zaccheo è felice davvero. Non è più un uomo ricco (non è neanche povero) ma è felice per aver incontrato Gesù nel suo cuore e aver cambiato la sua vita. E Gesù sottolineerà questo incontro e la decisione di Zaccheo con queste parole: “Oggi per questa casa è venuta la salvezza”.

Ci chiediamo cosa insegna questo episodio della vita di Gesù alla nostra? Forse anche noi siamo chiamati a scendere dai nostri piedistalli per incontrare davvero Gesù nel cuore e per cambiare la nostra vita con gesti concreti?

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19,1-10
 
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Parola del Signore.

La tua fede ti ha salvato

“Signore che io veda di nuovo!”. Il cieco vuole vedere. Lo chiede a Gesù. Gesù. Allora, Gesù gli ridona la vista e mentre lo fa gli dice: “La tua fede ti ha salvato“. Ecco la verità di ogni guarigione e di ogni vita che riprende il cammino verso la felicità. Si tratta di avere fede. Di credere in un Dio che ci ascolta sempre e ci accompagna con Amore in ogni passo della vita anche nei nostri piccoli passi.

Spesso la vita ci obbliga a salire, ci fa attraversare il deserto o ci spinge a varcare nuove frontiere. Da soli non possiamo fare nulla ma chiedere a Gesù di accompagnarci ci fa sentire più forti condividendo i pesi e la fatica. Gesù non risolve i nostri problemi però con Lui non siamo più soli e le difficoltà sono ridotte alla metà.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 18,35-43
 
Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».
Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

Parola del Signore.

Salvare la vita

In un mondo che ogni giorno sembra crollare, devastato da guerre, carestie, violenze, terremoti, pestilenze e catastrofi naturali nemmeno un capello del capo dell’uomo sarà toccato. Perseverando nella fede avremo salva la vita.

Noi crediamo che la vita da salvare è quella oltre questo mondo, è la vita eterna, la vita promessa dopo questa che stiamo vivendo ed è vero. Il nostro Dio, infatti, ci attende e ci accoglierà. Ma siamo anche convinti che “perseverando” nella fede la vita da salvare è anche questa, quella quotidiana, ordinaria, semplice e attuale che il Signore ci ha donato con la nascita. Perseverando nella fede, nella speranza e nella carità/amore avremo la parola e la sapienza necessaria a camminare sicuri cosicché tutti i nostri avversari non potranno resistere né controbattere al bene. Certo appare paralizzante apprendere che saremo traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e che tenteranno perfino di “ucciderci”. E, infine, è avvilente la profezia che saremo odiati da tutti a causa del nome di Gesù. Tutte queste cose aprono la possibilità di cadere nell’abisso ma non sarà questo il nostro destino. Il Signore, prendendosi cura di ciascuno, salverà questa umanità impedendo al male di distruggere il bene. A noi spetta di conservare la fede, la speranza e specialmente l’Amore che resta l’unica risposta possibile al male.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Se vuoi cliccando qui potrai ascoltare anche lectio tenuta ieri sera al Monastero camaldolese Antonio Noce nostro fratello oblati.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21,5-19
 
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

Parola del Signore.

Dio farà giustizia

C’è una priorità che spesso ci sfugge. C’è un’urgenza che non si può dimenticare. C’è un bisogno che è profondamente vero. Si tratta della necessità di pregare e di farlo sempre. C’è chi dice che è inutile, che è per i deboli, i rassegnati e per chi non sa più cosa fare. È falso. Non credete a questi seminatori di morte. La vita, quella vera, è abitata dalla preghiera che, nel silenzio, si fa contemplazione. La verità della fede supera ogni arroganza, ogni presuntuoso che crede di potere tutto, che ritiene di essere grande. Nulla di più sciocco, nulla di più vuoto e niente di buono può venire da chi nega il senso e il valore della preghiera nella vita di una persona. Il credente prega per avere la forza di fare del bene; prega per avere il coraggio di affrontare il male; prega per amare profondamente tutti ed in particolare chiunque gli fa del male. La preghiera è la più potente azione silenziosa capace di smuovere le migliori energie. L’uomo di preghiera è un vero uomo di Dio che si fida e affida e che non teme il male. L’uomo di preghiera sa di essere Amato ed egli stesso Ama.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 18,1-8
 
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno.
In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Parola del Signore.

Così accadrà

Gesù accende un faro sulla nostra vita quotidiana. Egli evidenzia come la vita quotidiana del tempo di Noè e la nostra sia molto simile. Si pensava e si pensa a mangiare, bere, prendere moglie o marito. Della relazione con Dio non si parla. Ieri come oggi la fede viene messa da parte. Gesù ricorda che al tempo di Noè venne il diluvio e morirono tutti. E oggi? Quale sarà il nostro “diluvio”? Forse la guerra nucleare o qualche altra diavoleria? Gesù, insomma, lancia l’allarme ma ci chiediamo se c’è qualcuno pronto a raccoglierlo, se c’è qualcuno che ancora ha fede? Gesù al suo ritorno troverà la fede sulla terra?

Ieri sera in una riunione in parrocchia si è parlato proprio di questo. Abbiamo riflettuto e ci siamo confrontati proprio su questa situazione rilevando come anche da noi, purtroppo, questa è la realtà. Cosa possiamo fare? Come cercare di coinvolgere e ricostruire una comunità? Forse è arrivato il tempo di pensarci tutti insieme e provare a mettere in campo iniziative per ridare cuore alle vite, recuperare rapporti, relazioni, abbracci veri, parole autentiche e a vivere una rinnovata fraternità. Non è mai tardi per ricominciare.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,26-37
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.
Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.
Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata».
Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».

Parola del Signore.

In mezzo a voi

È come passare dal buio alla luce, come aprire gli occhi e scoprire cose meravigliose, come accorgersi di abitare in un mondo splendido. Vedere il regno di Dio ha proprio questo effetto. Si tratta di farsi illuminare dal bello, meravigliarsi e notare lo splendore nel quale siamo immersi. Purtroppo solo pochi riescono a farsi rapire da questo stupore ed è così che la tristezza, l’inganno, la falsità si impadronisce dei nostri giorni. Il regno di Dio, invece, è entrare, finalmente nella vera dimensione della vita dove i problemi sono risorse, le difficoltà occasioni per vivere l’Amore di Dio, gli ostacoli opportunità per instaurare buone relazioni.

Oggi guardiamo l’alba che vince il buio e fa spegnere le luci artificiali e seguiamo il suo esempio mettendo in campo almeno qualche azione, qualche comportamento, qualche parola capace di essere luce per l’altro che incontriamo e così scopriremo anche noi il segreto del regno di Dio dove il bene e l’aiuto fraterno sono i tesori della vita nascosti in preziosi scrigni che attendono di essere scoperti e condivisi. Questo è il vero e unico segno del regno di Dio dove l’Amore vince e vince sempre ❤️.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,20-25
 
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete.
Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».

Parola del Signore.

Nuovo tempio

La casa di Dio non è fatta di mattoni. La casa di Dio dalla quale il suo Amore si irradia nel mondo è, infatti, il corpo umano. Chiunque accoglie Gesù nel cuore è un Tempio che custodisce l’Amore e dal quale questo Amore si diffonde nel mondo.

A rivelarci questa Verità che è una autentica rivoluzione è Gesù stesso ma i Giudei non comprendono. Siamo anche noi Giudei? Crediamo anche noi che Gesù abbia bisogno di un Tempio? Dobbiamo, invece, essere consapevoli di essere noi i custodi di Gesù e del suo Amore e che è nostro compito diffondere il suo Amore. Non basta avere Fede, non basta Sperare occorre Amare perché Amando dimostriamo di avere Fede e di Sperare. Senza accogliere l’Amore di Dio e senza donarlo noi dimostriamo di non avere Fede in Gesù e di non avere neanche Speranza. Non tutto e non sempre tutto deve andare male. Ci sarà un tempo nel quale avremo chiarezza di tutto questo. Quando questo tempo arriverà e ne avremo piena coscienza noi vivremo consapevolmente alla presenza di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo… il Grande mistero di un Dio che è Amore si dispiegherà completamente e vi sarà gioia infinita. Anche noi vivremo da risorti ma non in un altro pianeta o in un’altra dimensione della realtà bensì in questo mondo. Questa rivoluzione umana è quella propria a cui appartengono i “risorti”. Si tratta di entrare nella nuova vita che sappiamo essere presente sempre e pienamente nei pensieri di Dio.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 2,13-22
 
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Parola del Signore.
 

Servi inutili

È Gesù stesso a dire di essere venuto a “servire” cioè a fare il diacono, perché il diacono è un servo che deve Amare l’altro con libertà, cioè con cuore libero. Essere a servizio dell’altro e disponibili ad offrirsi per il bene dell’altro, questo è l’esempio che Gesù mostra con la sua vita. Oggi puntualizza che “siamo servi inutili“, cioè servi non utili a noi stessi ma utili agli altri.

Il programma di vita che Gesù ci indica presuppone l’essere umili e piccoli; ci chiede di evitare di ritenerci migliori degli altri; ci suggerisce di scegliere sempre l’ultimo posto e di essere sempre pronti a fare tutto ciò che dobbiamo fare e facendolo dire: “Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”.

Per fare un esempio siamo come un flauto dentro il quale per suonare dobbiamo permettere a Gesù di soffiare. Solo il suo soffio, infatti, ci potrà permettere di diffondere una dolce melodia attorno a noi, solo il suo soffio dentro di noi ci consentirà di fare davvero quanto dobbiamo e di essere pienamente “servi inutili“.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,7-10
 
In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Parola del Signore.

Le cose piccole

Questa immagine mostra una fonte d’acqua. Dalla terra esce uno zampillo d’acqua fresca che per secoli ha dissetato la popolazione del luogo assicurando la vita e donando futuro. Una piccola sorgente se paragonata al pianeta Terra e qualcosa di infinitamente piccolo se messo in relazione con l’universo. Eppure in questa piccola sorgente al centro del villaggio la vita ha potuto continuare e costruire per secoli e millenni futuro per tantissime generazioni. È un po’ come il granello di senape che è capace di dare vita ad una pianta dai cui frutti si ricava una salsetta che da sapore alle pietanze. Tutto per dire che basta una fede come un granello di senape o come un piccolo zampillo di acqua per donare gusto e sapore alla vita, per vivere da risorti e gioire della presenza di un Dio che si mostra in ogni circostanza della vita.

Oggi auguriamo a voi che ogni mattina leggete queste brevi riflessioni e a noi con voi di essere come una piccola fonte che disseta o un granello di senape che unito agli altri dona gusto alla vita semplice e umile che siamo chiamati a vivere.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,1-6
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!
Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai».
Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».

Parola del Signore.

Dio dei vivi

C’è sempre qualcuno anche oggi, come i sadducei al tempo di Gesù, che in qualche modo ci attaccano e vogliono ingabbiarci dentro un grovigli di parole o rinchiuderci dentro labirinti che appaiono senza uscita. Questo è il momento di alzare lo sguardo; è il momento di sollevarci oltre il pantano e volare alto. Il nostro è un Dio dei vivi, un Dio che ci accompagna oltre le assurde combinazioni costruite per metterci in difficoltà. Sullo sfondo delle azioni del male c’è, come sempre la gelosia, l’invidia e il desiderio di fare del male per trascinare gli altri in fondo ad abissi senza uscita. Ricordiamoci che l’unica cosa che vince sempre è l’Amore. L’Amore guarda il futuro e costruisce sempre futuro. L’Amore è l’unica vera possibilità di evitare l’abisso, l’unica risposta al male, l’unica verità che non tradisce mai. Non facciamoci sfuggire l’occasione di amare e la vera gioia sarà sempre con noi.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 20,27-38
 
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

Parola del Signore.