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Donna, grande è la tua fede

La grande fede di questa donna è la forza con la quale vince la resistenza di Gesù che decide di intervenire secondo il desiderio della donna che chiedeva che la figlia fosse liberata da un demonio..

L’episodio narrato da Matteo appare emblematico e ci suggerisce uno stile di fede che non si arrende e che sostiene e da forza e coraggio al nostro viverla con fiducia.

La fiducia di questa donna verso il Signore è molto grande e smuove anche l’apparente indifferenza di Gesù e il suo iniziale progetto rivolto esclusivamente al popolo eletto. Anche grazie al coraggio e alla grande fede di questa donna Gesù cambia la direzione della sua missione adesso non più rivolta solo ad Israele ma estesa anche ai pagani.

Siamo di fronte ad un cambiamento di prospettiva epocale che apre nuovi orizzonti. Un mutamento che ha coinvolto anche i pagani. La missione del Padre ora si estende a tutti i confini del pianeta.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 15,21-28
 
In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

Parola del Signore.

Non abbiate paura

È notte e Gesù raggiunge i discepoli camminando sul mare. Qualcosa di simile era accaduto secoli prima sul Mar Rosso e anche oggi come allora risuonano le parole “Io sono” con le quali si era presentato Dio Padre al popolo scelto.

I discepoli sono così messi di fronte ad una rivelazione potente di Dio ma questo non basta, come vedremo in seguito. Per seguire davvero Gesù occorre restare fedeli alla sua Parola, è necessario restare fedeli anche nelle nostre notti della vita, occorre cercare continuamente la sua presenza nella nostra vita.

A volte può accadere che non sentiamo più la sua presenza e restiamo impauriti dal suo silenzio. Gesù ci invita ad avere fiducia e a stupirci, invece, della premura che Lui ha per noi. L’invito è quello di cercarlo continuamente nei giorni della nostra vita e di farlo senza paura e con tanto coraggio e speranza. È Dio che salva le nostre vite ed è Lui e solo Lui a non abbandonarci mai chiamandoci per nome e ripetendo anche a noi: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo Mt 14,22-36

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.

La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».

Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».

Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».

Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.

Parola del Signore.

Io sono il pane

Credere è Alzare lo sguardo al cielo, Accogliere il vento dello Spirito e Aprire il cuore all’Ascolto. È così che possiamo ricevere il pane della vita che da pace alla nostra fame d’infinito e placare ogni sete.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 6,24-35

In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».

Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».

Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».

Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

Parola del Signore.

Dammi la testa di Giovanni

Catturato dai vizi e sedotto dalla lussuria Erode si abbandona all’astuta iniziativa di Salomè che lo cattura in maniera definitiva per indurlo a mettere in atto un’azione ingiustificabile. E così, la testa di Giovanni il Battista viene tagliata e consegnata,, su un vassoio, a chi voleva solo sfamare la sete di vendetta. Il male, il vizio la lussuria generano azioni e comportamenti che provocano solo morte e dolore, lacrime e sangue.

Tutto accade mentre il mondo continua a danzare e a suonare melodie maleodoranti che spargono solo sofferenze e rimorsi, dando spazio a tragedie di vita orrende e satiche.

Stiamo attenti a non cadere vittime delle nostre debolezze, a non farci prendere dai vizi che vestiti di desideri che potrebbero essere innocenti ci trascinano in fosse buie e nere dalle quali è quasi impossibile uscire.

Il male si traveste di desideri che sembrerebbero innocenti e spingono l’uomo a compiere azioni delle quali poi ci può pentire anche se il danno, purtroppo, è stato compiuto.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo

Mt 14,1-12

In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». 

Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. 

Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».

Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. 

I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.

Parola del Signore.

Il figlio del falegname

Siamo incapaci di cogliere la profondità dell’altro. Spesso, per non dire quasi sempre, ci limitiamo alla superficie della realtà e della Verità. Pensiamo e giudichiamo con superficialità gli altri e lo facciamo servendoci di pregiudizi che, purtroppo, ci fanno sbagliare.

Gesù, che era tornato nella sua terra d’origine dopo un certo tempo trascorso fuori, con le sue parole pronunciate nella sinagoga, aveva inizialmente provocato stupore ma i suoi compaesani subito dopo hanno iniziano a giudicarlo non per quello che faceva o diceva. Non solo non lo chiamano per nome (non dando a Gesù la giusta rilevanza come persona) ma lo identificano come il figlio del falegname (non dicono nemmeno il nome del padre) e poi aggiungono “e sua madre non si chiama Maria?”.

I suoi compaesani non danno valore alla persona che hanno davanti ma cercano di etichettarlo in base alla sua famiglia d’origine. Così accade anche nel nostro tempo nel quale i giudizi sulle persone non sono mai o quasi mai centrati sulla persona stessa ma sempre o quasi sempre legati alla famiglia d’origine o, peggio ancora, all’idea che ci si è fatta della famiglia.

Insomma la conoscenza superficiale impedisce di cogliere la verità della persona e la mancanza di fiducia è un grave ostacolo a fruire del buono, del bello che Gesù avrebbe voluto donare anche ai suoi compaesani che lo avevano invece disprezzato. Ed è proprio a causa della loro incredulità che Gesù non “fece molti prodigi”.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,54-58

In quel tempo, Gesù venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Parola del Signore.

Tuo fratello risorgerà

Gesù è la risurrezione e la vita. Egli dona una grande speranza e offre vita nuova e vera a chi crede in Lui. È così che Gesù cambia la prospettiva rispetto alla morte e dona futuro a chi lo ha perduto.

Egli è il Dio della vita che ci cerca e bussa alla nostra porta per offrire spazi esistenziali su un piano diverso da quello che i sensi ci prospettano. C’è, infatti, una dimensione che supera quella materiale e concreta una dimensione che siamo chiamati a vivere con Fedeltà e Fiducia.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 11,19-27

In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa.
Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà».
Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno».
Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

Parola del Signore.

Un tesoro nel campo

Abbiamo un tesoro nascosto dentro di noi, è il Regno di Dio. Se scaviamo nel nostro profondo troviamo l’amore del Signore e la sua bellezza e purezza ci aprirà alla vita vera. Se facciamo davvero questa scoperta una luce nuova ci attirerà così potentemente a se che avremo attenzione solo per lei e per il bene che ci donerà.

Questa scoperta può avvenire in due modi diversi. Da un lato potremo scoprire il tesoro del Regno per puro caso, dall’altro potrebbe accadere che dobbiamo cercarlo. Sia nel primo che nell’altro caso, una volta scoperto, sentiremo il desiderio di vendere tutte le cose futili, inutili e superflue per vivere la pienezza del Regno fin da subito. San Juan de la Cruz: diceva «Per possedere tutto, non possedere nulla di nulla».

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,44-46
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. 
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».

Parola del Signore.

I giusti splenderanno

Non ci sono gruppi o comunità di perfetti. Il bene e il male vivono insieme, abitano lo stesso ambiente e ciascuno di noi è chiamato ogni istante a scegliere se essere grano o zizzania, a scegliere se essere pane e quindi benedizione per gli altri oppure un veleno che procura sofferenza e dolore.

Questa realtà è la nostra condizione. Nessuno di noi, infatti, è migliore o deve sentirsi più bravo degli altri. Le nostre comunità non sono e non potranno essere comunità perfette ma luoghi nei quali le imperfezioni dei singoli hanno occasione di affinarsi e migliorarsi.

Solo alla fine dei tempi saremo giudicati. Nel frattempo nessuno giudichi l’altro ma ciascuno valuti se stesso e se riesce provi a migliorarsi. Occorre rifuggire la tentazione di sentirsi migliori degli altri.

Oggi ciascuno di noi, perciò, proverà a vedere in che cosa può migliorare se stesso e cercherà di prepararsi ad incontrare il Signore limando i difetti e smussando tutti gli spigoli che nella nostra persona ci impediscono di essere giusti e risplendere. Cerchiamo, allora, di guardare agli altri con comprensione, noi non siamo diversi, ma possiamo fare scelte di vita nuove per cambiare e vivere una vita pacificata. Questa si che è nostra responsabilità e questa è la nostra vera possibilità di essere persone giuste ed equilibrate.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,36-43
 
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».

Parola del Signore.

Lasciate che crescano insieme

Da sempre il bene e il male convivono e crescono insieme. Gesù impedisce di sradicare la zizzania/male per evitare che anche il grano possa essere scavato. Così accade nelle nostre storie di vita. Il bene e il male stanno l’uno accanto all’altro e occorre molta attenzione e pazienza nella vita.

Oltre al buon grano, infatti, qualcuno di notte (con il favore delle tenebre) ha seminato la zizzania. Desta meraviglia che questo accada eppure questa è la realtà nella quale siamo chiamati a vivere la nostra vita. Così accade nelle comunità, nei gruppi, nelle associazioni e ovunque si sta insieme agli altri. Ebbene, nessuno è autorizzato a scacciare l’altro, chiunque esso sia. Gesù dispone di attendere la maturazione del grano. Allora e solo allora si separeranno i buoni dai cattivi. È un grande invito alla pazienza e alla resistenza o, meglio alla resilienza.

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,24-30
 
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo:
«Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania.
Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”.
E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”».

Parola del Signore.

Se Rimanete in me


“Immaginate un cerchio disegnato per terra, cioè una linea tracciata come un cerchio, con un compasso e un centro. Immaginate che il cerchio sia il mondo, il centro sia Dio e i raggi siano le diverse strade che le persone percorrono. Quando i santi, desiderando avvicinarsi a Dio, camminano verso il centro del cerchio, nella misura in cui penetrano al suo interno, si avvicinano l’un l’altro e più si avvicinano l’uno all’altro più si avvicinano a Dio. Comprendete che la stessa cosa accade al contrario, quando ci allontaniamo da Dio e ci dirigiamo verso l’esterno. Appare chiaro, quindi, che più ci allontaniamo da Dio, più ci allontaniamo gli uni dagli altri e che più ci allontaniamo gli uni dagli altri, più ci allontaniamo da Dio” (Doroteo di Gaza, un monaco della Palestina del VI secolo).

Franca e Vincenzo osb-cam ♥️

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,1-8

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Parola del Signore.