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Qui vi è uno più grande

Nel momento più giusto Dio ha mandato nel mondo il Figlio. Lo ha mandato perché potesse indicarci la via della salvezza. Ci piaccia o meno Gesù ha indicato che la via da seguire, sia con le parole ma soprattutto con l’esempio, è “servire”, è deporre le ambizioni del potere e vivere da servitori. Ed infatti, Gesù dice:”Vi ho dato l’esempio, perchè come ho fatto io, facciate anche voi” (Giovanni 13,15). E quale è l’esempio? Gesù lava i piedi sporchi dei suoi discepoli. Lo fa come fosse uno schiavo. Ecco il modello che Gesù ci propone. Gesù si alza dalla mensa, si toglie i vestiti della gloria, s’inginocchia e lava i piedi mostrando come accogliere l’altro. Questo è il sentiero della salvezza che i veri Grandi comprendono e soprattutto mettono in pratica nella vita. Forse è un modello che non ci piace ma questa è la via … Servire … e nel Servire trovare la vera gioia!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,29-32
 
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

Parola del Signore.

E’ la fede che salva!

La salvezza spirituale della nostra vita viene dalla nostra Fede. Avere fede significa fidarsi di Dio e affidarsi a Dio, significa avere fiducia che Dio interverrà nella nostra vita per indicarci la via per la nostra salvezza spirituale. Avere fede, infatti, ci permette di costruire una vita su basi solide, sulla roccia che è Cristo e, quindi, qualsiasi cosa ci accade nel quotidiano abbiamo sempre il Signore al nostro fianco che gioisce con noi e soffre con noi. La salvezza, pertanto, non dipende dal possesso dei beni ma dal nostro fidarci e affidarci ad un Dio che Ama.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,11-19
 
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Parola del Signore.

Beati coloro che ascoltano la Parola e la osservano.

La Parola ci permette di conoscere Cristo, ci consiglia con tenerezza, ci guida con dolcezza e ci accompagna ogni giorno sui sentieri della vita. Per amarla bisogna conoscerla. La Parola è vita!

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,27-28
 
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

Parola del Signore.

Nulla è impossibile a Dio

Oltre il possibile esiste l’impossibile. L’impossibile è qualcosa che non riusciamo nemmeno ad immaginare perché rompe gli schemi della realtà che crediamo di conoscere. L’esperienza, però, ci insegna che avvengono fatti ai quali la nostra ragione non riesce a dare una spiegazione in quanto contraddice in maniera plateale tutte le regole della scienza. I benpensanti dicono che ci vorrà tempo ma poi la scienza riuscirà a dare una risposta. Altri, tra i quali noi, invece, credono che si tratta di fatti che avvengono in un’altra dimensione dell’esistenza che ha una sua spiegazione nella potenza di un Dio che può tutto e che si svela anche attraverso avvenimenti che non hanno una spiegazione scientifica… Nulla è impossibile a Dio. Qui entra in scena la “Fede” che è un fidarsi è affidarsi ad un Dio che è bene, ad un Dio che Ama, ad un Dio che è Amore… ad un Dio che è Padre e Madre, ad un Dio che ha voluto l’uomo e che si fida dell’uomo … Nulla è impossibile a Dio, nulla, proprio nulla. Egli è l’Amore che agisce nel mondo e di questo Amore ognuno di noi può godere e partecipare donandolo a chiunque incontriamo sulla nostra strada. Non lasciamoci sfuggire l’opportunità di essere strumento di un Dio che Ama e che ci ha scelto per Amore e Amare.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,26-38

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Geù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».  Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Parola del Signore.

Chiedete e vi sarà dato

Chiedere a volte può essere difficile, molto difficile. A volte è più facile e gratificante fare da se stessi. Ma se siamo in difficoltà c’è un Dio che è Padre che non ci permetterà neanche di chiedere perché Egli vede i nostri bisogni, conosce i nostri sospiri, precede le nostre paure e le nostre ansie. L’Amore non attende che gli si chieda d’Amare, l’Amore Ama e basta. A pensarci bene e in piena coscienza dobbiamo riconoscere che Dio-Padre è sempre e costantemente intervenuto nella nostra vita, lo ha fatto ispirando i nostri Amici, i nostri parenti, i nostri vicini e lo ha fatto mettendoci in condizione di ricevere il bene senza che noi glielo abbiamo chiesto.

Noi crediamo che quanto ricevuto sia nostro merito, crediamo che sia stata la “fortuna” ad intervenire, crediamo che sia stato un caso. L’uomo di fede, invece, sa bene che è tutto nelle mani di Dio-Padre. E allora cosa vuole dire oggi Gesù ai suoi discepoli, cioè anche a noi? Noi crediamo che Gesù stia suggerendo di chiedere a Dio-Padre di illuminare le nostri menti per chiedergli la Fede, per chiedergli di aiutarci ad aprire il nostro cuore al suo Amore, per chiedergli il pane dell’Amore con il quale accogliere a nostra volta gli Amici, per chiedergli di non aver paura di essere come Lui e vivere come Lui. Chiediamo di riconoscere e dare forza allo Spirito Santo che con la sua sensibilità sa dare cuore e vita alla nostra vita sconfiggendo ogni egoismo e ogni altro desiderio che non sia il desiderio di Dio-Padre. Oltre le reti nelle quali ci rinchiudiamo c’è un Dio-Padre che sorge per noi, come il sole, ad ogni alba i suoi raggi di luce e di calore arrivano comunque fino a noi ovunque noi siamo.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,5-13
 
In quel tempo, Gesù disse ai discepoli:
«Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

Parola del Signore.

Signore, insegnaci a pregare

Padre … Padre nostro … poche parole, tanti sospiri e infiniti pensieri. Sguardi profondi che oltrepassano i muri, valicano le montagne e trasportano oltre ogni oceano. Pregare è superare ogni immaginazione per sentirsi presente all’Eterno che spalanca le braccia per accogliere ogni parola, ogni emozione e ogni brivido. Pregando consegnamo paure, sogni, emozioni, speranze … Pregando la nostra vita è totalmente nelle mani dell’Altissimo Signore, Dio della tenerezza e di ogni bene, amico sempre in ascolto e sempre pronto a raccogliere il tutto di noi, anche quella parte che nemmeno noi conosciamo. Umili e fiduciosi raccontiamo ogni cosa e ascoltiamo la sua volontà per viverla pienamente. Dio ci ama.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,1-4
 
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».

Parola del Signore.

Mite ed umile

Il privilegio dei piccoli è quello di essere come stelle che illuminano i sentieri che portano all’umiltà e spingono alla mitezza. Dotti e sapienti non li vedono e si gonfiano come palloni destinati a scoppiare. Padre e Figlio, invece, continuano a prendersi cura dei piccoli, li coccolano, li accarezzano con tenerezza e offrono loro il giusto ristoro accogliendoli quando stanchi e oppressi si stenderanno tra i prati o nei loro pagliericci.

Essere piccoli, miti e umili è l’ideale che il Padre guarda con grande favore e che Egli stesso ha indicato al Figlio Gesù come stile di vita. Nessuna cosa al mondo potrà mai eguagliare l’essere miti e umili e nessun ricco o potente lo sarà tanto quanto un mite ed un umile che mai potrà rinunciare alla sua libertà.

Preghiamo lo Spirito perché ci dia la forza e il coraggio di essere miti e umili e ci preservi dall’ambizione del possesso che gonfia l’orgoglio e ci spinge ad essere egoisti. La vera pace sta nella rinuncia a questo mondo e alle sue fugaci illusioni.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,25-30
 
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore.

Chi è il mio prossimo?

Prendersi cura dell’altro. Avere cura del bene dell’altro. Gesù ci invita a compiere azioni di bene impegnandoci concretamente. Alle parole buone devono seguire i fatti buoni. Occorre chinarsi sulle ferite dell’altro e medicarle. È necessario poi accompagnarlo e donare quanto ci è possibile per ridare Speranza, per ridare Futuro. Non possiamo, infatti, predicare il bene e restare poi indifferenti. Dobbiamo agire concretamente a favore dell’altro mettendo del “nostro” perché l’altro possa Rinascere e riprendere il suo cammino e la sua vita. Se non facciamo concretamente qualcosa non stiamo facendo niente. Le parole che pronunceremo anche se belle, accattivanti, attraenti non saranno comprese dagli altri. Per essere creduti occorrono i fatti e i fatti hanno un “costo”. È inutile girarci intorno. Il Samaritano di cui parla Gesù agisce concretamente, dona del suo per ridare vita, guarire e offrire speranza. Gesù ci dice: «Va’ e anche tu fa’ così». Chi è allora il nostro prossimo? Chiunque ha bisogno di aiuto, chiunque è stato ferito dalla vita, chiunque giace a terra lungo la strada che percorriamo. E non dimentichiamo che si tratta di donare vita con cuore libero e senza giudicare l’altro, senza nulla chiedere e senza sperare nemmeno di essere ricambiati. Questo ci insegna Gesù. Questo è vivere da cristiani. Si tratta, in buona sostanza, di staccarci completamente dal “buon senso” di questo mondo per vivere da risorti in Cristo.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,25-37
 
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Parola del Signore.

Se aveste fede!

Dobbiamo decidere: o scegliamo la religione oppure di avere fede. Nel primo caso scegliamo di essere servi di un padrone, nel secondo scegliamo di accogliere l’Amore di Dio, di fidarci e di Amare come Dio ama e perdona. Gesù, infatti, non può, come chiedono gli Apostoli, accrescere la nostra fede. Siamo noi a decidere se vogliamo essere come Lui, uomini che amano, che si prendono cura, che si mettono a servizio senza nulla chiedere in cambio, che perdonano le offese ricevute, che fanno del bene.

Il Signore ci chiama e anche oggi ce lo ripete a fare quanto dobbiamo fare non giudicando gli altri e mettendoci al loro servizio. Gesù ci chiede di essere Servi dell’Amore.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17,5-10
 
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Parola del Signore.

Rallegratevi

L’allegria del cuore ha il grande potere di cambiare la vita; l’allegria nel cuore ha il potere di darci la forza di Amare. E come facciamo a non rallegrarci davvero se i nostri nomi sono scritti nei cieli, cioè nel cuore del Padre?

Oggi come Gesù dobbiamo lodare e ringraziare Dio Padre perché, se siamo piccoli, ci dona la possibilità di comprendere e “vedere” questo suo Amore in ogni situazione. Dio è buono e si prende cura di noi, si mostra nella realtà concreta e ci permette di incontrare i suoi messaggeri, di ascoltare la loro voce e restare consolati. Se siamo piccoli, se ci sentiamo piccoli, se, davvero, il nostro cuore vive ogni incontro in umiltà dobbiamo rallegrarci e anche la nostra vita sarà bella e piena della sua presenza.

Franca e Vincenzo oblati camaldolesi ❤️

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,17-24
 
In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».
Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

Parola del Signore.